Polemiche a Farello: lavori a pochi giorni dai defunti impediscono l’accesso. Famiglie costrette a tornare a casa con i fiori
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GELA – Cresce la protesta tra i familiari dei defunti sepolti nel cimitero di Farello, dove alcuni lotti sono attualmente interdetti per lavori di manutenzione e messa in sicurezza. La tempistica degli interventi, avviati a pochi giorni dalla commemorazione dei defunti, ha suscitato indignazione tra chi si prepara a visitare le tombe dei propri cari.
Molti cittadini, spiegano sui social, avevano acquistato fiori, spugne e prodotti per la pulizia delle tombe, programmando la loro visita al camposanto, ma sono stati costretti a tornare indietro senza poter accedere alle aree recintate. Rimane così il dubbio su cosa ne faranno di questi fiori e delle cure preparate con anticipo, lasciando i parenti amareggiati e delusi.
Tra le testimonianze più dure quella di Angelica:
“Amministrazione, sono sicurissima che nessuno di voi ha un defunto in quei lotti bloccati dai ponteggi. Ho annullato appuntamenti e messo da parte il lavoro per pulire una lapide e portare dei fiori, ma non è stato possibile entrare. Avete deciso di avviare i lavori a due giorni dalla commemorazione e non siete riusciti nemmeno a completarli. Vergogna!”.
Simile lo sfogo di Nicolina:
“Vergognatevi. A tre giorni dalla commemorazione dei defunti, nel cimitero di Farello erano in corso dei lavori e non abbiamo potuto portare un fiore a mio suocero”.
Anche Veronica ha condiviso la sua indignazione:
“Questa mattina ho trovato questa situazione in un’ala del cimitero di Farello. Sono a dir poco indignata, è vergognoso! Questo santo luogo è da anni trascurato e, dato l’avvicinarsi dei giorni in cui sarà più frequentato, si prova a mettere in sicurezza… ma così non va!”.
Le famiglie chiedono all’amministrazione comunale di ripensare la gestione dei lavori e di garantire l’accesso almeno nei giorni prossimi alla commemorazione, così da poter rendere omaggio ai propri cari senza ostacoli e sprechi di fiori e strumenti per la pulizia già acquistati.
Dal Comune di Gela, al momento, non sono arrivate dichiarazioni ufficiali, mentre la discussione continua a crescere sui social, tra commenti di indignazione e richieste di chiarimenti.