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Detenzione e spaccio di cocaina, crack e hashish: sequestri e arresti a Siracusa

Tre uomini di 21, 24 e 37 anni sono stati arrestati a Siracusa nel corso di un’operazione antidroga condotta dalla Polizia di Stato. L’intervento, scattato nel pomeriggio in via Santi Amato, ha visto impegnati gli agenti della Squadra Mobile, con il supporto tecnico del Gabinetto provinciale di Polizia Scientifica e delle unità cinofile della Questura di Catania.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre si trovavano in strada intenti a ricevere potenziali clienti quando sono stati sorpresi e bloccati dagli agenti. Durante la perquisizione, la polizia ha rinvenuto e sequestrato 190 dosi già pronte di cocaina e crack, per un peso complessivo di 53 grammi, oltre a 10 dosi di hashish dal peso di 10 grammi. Recuperato anche materiale per il confezionamento della droga, una pistola a gas, una balestra e 1.025 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.

Per poter accedere all’area dove si svolgeva la cessione delle sostanze stupefacenti, gli agenti hanno dovuto forzare gli ingressi protetti da cancelli metallici, la cui rimozione è stata effettuata con l’ausilio dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale.

Al termine delle formalità di rito, i tre arrestati sono stati trasferiti presso la casa circondariale di Cavadonna, dove rimarranno a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.

Sono tuttora in corso ulteriori indagini per individuare eventuali complici e verificare i collegamenti degli arrestati con altre reti di spaccio presenti nel territorio siracusano.

A passeggio in via Etnea con mezzo chilo di preziosi in una busta: denunciate due donne

 

Sono state sorprese dalla Polizia di Stato mentre passeggiavano tra i negozi di via Etnea con una busta in plastica stracolma di preziosi. Gli oggetti, prevalentemente in argento, erano ben visibili nel grosso sacco in plastica, destando così i sospetti dei poliziotti del Commissariato di Pubblica Sicurezza “Borgo Ognina” che stavano effettuando il pattugliamento della zona.

I poliziotti hanno osservato gli spostamenti delle due donne, una 37enne e una 38enne, di nazionalità rumena, fino a quando le hanno viste fermarsi davanti ad un negozio “compro oro”. Dopo un rapido sguardo intorno, le due hanno fatto ingresso nell’esercizio commerciale, probabilmente con l’intento di vendere i preziosi. Immediatamente, i poliziotti di “Borgo Ognina” sono intervenuti, fermando le due donne, entrambe con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.

Quando è stato chiesto loro di aprire il sacchetto di plastica, i poliziotti si sono imbattuti in numerosi monili in argento per un peso complessivo di circa 500 grammi. Dai successivi accertamenti, i poliziotti hanno avuto modo di verificare come i preziosi erano provento di un furto consumato, qualche giorno prima, in un’abitazione, regolarmente denunciato dal legittimo proprietario degli oggetti.

Le due non hanno fornito notizie sulla provenienza dei monili che, pertanto, sono stati sequestrati per la successiva restituzione al proprietario.

Dopo i controlli di rito, le due donne sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per il reato di ricettazione, ferma restando la presunzione di innocenza delle indagate valevole ora e fino a condanna definitiva.

Prendevano il reddito di cittadinanza o l’assegno d’inclusione senza i requisiti, 62 denunciati a Enna

I Finanzieri del comando provinciale di Enna hanno individuato 62 persone beneficiarie del reddito di cittadinanza o dell’assegno di inclusione, in assenza dei requisiti previsti dalla norma.

«Ammontano a oltre 310 mila euro le risorse pubbliche ottenute illecitamente da cittadini italiani e stranieri che sono stati tutti segnalati alla Procura e all’Inps per il recupero delle somme percepite» dice la Gdf.

Truffa con il bonus 110%, condominio fantasma a Siracusa per accedere ai benefici

Un «condominio fantasma» creato a tavolino per accedere illecitamente al Superbonus 110%. A rilevare l’espediente un operazione dei finanzieri del Comando provinciale di Siracusa che hanno effettuato un sequestro preventivo di beni e crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro. A finire nel registro degli indagati 11 soggetti – una società e dieci persone fisiche – per i reati di truffa ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dalla Procura del capoluogo siciliano, il raggiro sarebbe stato ideato dal rappresentante di una società di costruzioni siracusana e sarebbe partito dall’acquisto di un albergo cittadino in disuso di oltre 5.000 metri quadrati, rilevato per circa un milione di euro.

L’edificio, completamente abbandonato, attraverso un articolato progetto di riqualificazione è stato trasformato dalla società in un moderno complesso residenziale, i cui appartamenti risultano, oggi, in parte già venduti. Il tutto, però, a spese dello Stato.

Secondo gli investigatori, per compiere l’illecito, l’impresa, dopo l’acquisto dell’albergo, «ha proceduto dapprima al frazionamento catastale dell’immobile, ricavando 101 unità tra appartamenti, box auto e moto, e successivamente alla stipula di cinque contratti preliminari di vendita con soggetti compiacenti, tra cui la moglie del rappresentante legale e alcuni familiari dei soci».

Pochi giorni più tardi, i cinque privati e il rappresentante della società si sono riuniti inscenando un’assemblea nel corso della quale hanno redatto un verbale che sanciva la nascita del condominio.

Un’operazione che, a un primo sguardo, poteva sembrare legittima. Ma, secondo quanto accertato dalle Fiamme gialle, dietro quelle carte non vi era «alcun reale trasferimento di proprietà, poiché i contratti preliminari comportavano solo un impegno di vendita reciproco tra le parti e, pertanto, nella realtà, tutti gli appartamenti hanno continuato a fare capo all’impresa che aveva acquistato originariamente l’intero edificio».

Per completare l’operazione, secondo chi indaga, poi, il “condominio” ha sottoscritto tre contratti di appalto per l’efficientamento energetico, l’installazione di impianti fotovoltaici e l’adeguamento sismico dell’edificio affidando gli interventi a un consorzio con sede in provincia di Ragusa e, al termine dei lavori, ha inviato all’Agenzia delle Entrate un’istanza per il riconoscimento di crediti d’imposta per circa 15 milioni di euro, ottenendo agevolazioni per «soli» 10 milioni.

Le indagini hanno successivamente accertato anche che i crediti fiscali, generati in modo illecito, sono stati ceduti al consorzio che aveva eseguito i lavori.

Quest’ultimo, a sua volta, li ha trasferiti monetizzandoli a una società multinazionale del settore energetico, risultata completamente estranea alla frode.
In conclusione, spiega la Guardia di finanza, «l’espediente della creazione del “condominio”, è stato utilizzato dalla società di costruzioni per accedere a benefici economici non spettati, in quanto la legge vieta espressamente che le agevolazioni fiscali previste dal Superbonus 110% possano essere ottenute per l’esercizio di “attività di impresa”, e per ristrutturare l’intero immobile a spese dello Stato, al fine della successiva vendita degli appartamenti».

Su richiesta dei magistrati, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni, conti correnti e crediti fiscali della società di costruzioni e dei falsi acquirenti per un valore complessivo, come detto, di oltre 10 milioni di euro.

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Al B&B con 15 chili di hashish suddivisi in 138 panetti: arrestato catanese di 37 anni

È stato trovato dalla Polizia di Stato nella sua camera, in un bed and breakfast dell’hinterland etneo, con 138 panetti di hashish nascosti sotto il letto.

L’uomo, un catanese di 37 anni, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Catania per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ferma restando la presunzione di innocenza dell’indagato valevole ora e fino a condanna definitiva.

L’intervento dei poliziotti rientra nell’ambito delle rafforzate attività di prevenzione e contrasto al fenomeno dello spaccio di droga in città come nei diversi comuni del territorio provinciale, comprese le attività commerciali e le strutture ricettive.

Nel caso specifico, il 37enne, che da alcuni giorni aveva affittato la stanza all’interno del b&b, aveva con sé due grandi buste con i panetti di hashish, per un peso totale di 15,1 chili, trovate sotto il letto, insieme a quattro smartphone sui quali verranno effettuati accertamenti tecnici. Quanto rinvenuto è stato recuperato e posto sotto sequestro.

Vista la detenzione del consistente quantitativo di droga, il 37enne è stato arrestato e, dopo le formalità di rito, è stato condotto in carcere, in attesa dell’udienza di convalida davanti al Giudice per le indagini preliminari.

Cade il solaio in centro storico: vigili del fuoco al lavoro per il recupero di un disabile in via Cairoli

Momenti di paura nel centro storico questa mattina, quando il solaio di un’abitazione in via Cairoli è improvvisamente crollato. All’interno dell’edificio si trovava un uomo disabile, rimasto bloccato tra le macerie.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco, che stanno operando per mettere in sicurezza la struttura e consentire il recupero della persona coinvolta. Presenti anche i sanitari del 118 e le forze dell’ordine per la gestione dell’area e la viabilità.

Secondo le prime informazioni, non si registrano altre persone ferite, ma l’intervento è ancora in corso e l’edificio è stato evacuato a scopo precauzionale. Le cause del cedimento sono in fase di accertamento.

Rifiuti abbandonati e poi incendiati: 15 persone rinviate a giudizio ad Agrigento

Accogliendo la richiesta della Procura, il Tribunale di Agrigento ha rinviato a giudizio quindici persone accusate di avere abbandonato rifiuti nella frazione di Fontanelle, in contrada Serra Ferlicchio, realizzando nel tempo una maxi discarica di circa 6.000 metri quadrati, contenente rifiuti di ogni genere, anche speciali e pericolosi. spesso incendiati per smaltirli illecitamente.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, esprime «piena condivisione verso l’operato della magistratura e delle forze dell’ordine». E aggiunge: «Si tratta di un segnale importante che conferma l’impegno concreto e continuo delle istituzioni nella lotta contro ogni forma di illegalità ambientale in varie zone della città. La tutela dell’ambiente e della salute pubblica è una priorità assoluta per la nostra amministrazione. Continueremo a contrastare con determinazione i trasgressori delle norme sulla raccolta differenziata e sul corretto smaltimento dei rifiuti, affinché il territorio di Agrigento sia sempre più pulito, sicuro e rispettoso del bene comune».

Medico aggredito nel cuore della notte da due fratelli: arrestati a Ragusa

Su richiesta della Procura della Repubblica di Ragusa, il G.I.P. presso il Tribunale del capoluogo ibleo ha emesso una misura restrittiva nei confronti di M.L., 38enne, e del fratello A.L., 34enne, gravemente indiziati del reato di lesioni a personale esercente la professione sanitaria e danneggiamento delle relative strutture in concorso.

Nello scorso mese di aprile, i due si erano rivolti alla guardia medica di Ragusa, in piazza Igea, nel cuore della notte, per far medicare una profonda ferita domestica riportata da uno dei due fratelli.

Il sanitario di guardia aveva effettuato la prima medicazione urgente e, come previsto, li aveva invitati a recarsi presso il locale Pronto Soccorso. Tale invito aveva scatenato l’ira dei due che chiedevano invece un ulteriore intervento con l’applicazione di punti di sutura e che avevano prima iniziato a insultare il medico e poi lo avevano aggredito fisicamente, colpendolo violentemente al volto e devastando l’ambulatorio, scaraventando a terra diversi presidi sanitari, rendendoli inutilizzabili.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Ragusa, contattati poco dopo dallo stesso dottore, avviavano immediatamente le indagini. La sommaria descrizione degli aggressori e le informazioni acquisite dai militari avevano reso possibile l’identificazione dei due soggetti, che nel frattempo erano usciti dal servizio di guardia medica.

Il medico aveva dovuto far ricorso alle cure mediche del pronto soccorso dell’Ospedale Giovanni Paolo II mentre, a conclusione degli accertamenti, entrambi gli aggressori erano stati deferiti all’A.G. iblea.

Tenuto conto degli elementi raccolti, nonché dei diversi giorni di prognosi riportati dalla vittima, il G.I.P. presso il Tribunale di Ragusa ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due fratelli che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

In virtù del principio di presunzione di innocenza, il grado di responsabilità degli odierni indagati dovrà essere vagliato in sede giurisdizionale, come legislativamente previsto.

 

Evasione e riciclaggio, sequestrati a Gela beni per mezzo milione a due imprenditori

I finanzieri del comando provinciale di Caltanissetta hanno eseguito un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di oltre mezzo milione di euro, nei confronti di due persone indagate rispettivamente per reati tributari e riciclaggio. Le investigazioni, condotte dai militari del gruppo di Gela, sono nate da un’analisi della contabilità di una società operante nel settore della meccanica generale che ha evidenziato irregolarità fiscali e contabili. Le indagini hanno permesso di accertare che il legale rappresentante dell’impresa si è sottratto nel tempo al pagamento delle imposte, commettendo così il reato di omessa dichiarazione.

Dalle indagini è emerso un sistema di movimentazioni finanziarie illecite: in particolare sono stati riscontrati trasferimenti di ingenti somme di denaro sul conto personale di un uomo di Niscemi, in assenza di rapporti commerciali effettivi, consentendo così all’imprenditore gelese di eludere il versamento delle imposte dovute allo Stato. E’ stato inoltre accertato che l’imprenditore, nel tentativo di sottrarsi a eventuali responsabilità amministrative e penali, ha ceduto la società a un cittadino straniero gravato da numerosi precedenti penali e sottoposto a misura restrittiva degli arresti domiciliari. Il gip del Tribunale di Gela, quindi, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro delle disponibilità finanziarie e, per equivalente, dei beni immobili e mobili registrati riconducibili alla società e agli indagati, a tutela delle ragioni dell’Erario. I beni sequestrati sono quote societarie e disponibilità finanziarie esistenti su conti correnti bancari per oltre mezzo milione di euro.

Accoltella un ragazzo di 19 anni, aggressore arrestato: la vittima è in prognosi riservata

Con l’accusa di avere accoltellato un ragazzo di 19 anni, ricoverato in ospedale in prognosi riservata, la polizia ha arrestato a Ragusa un egiziano di 29 anni per tentativo di omicidio e porto illegale di armi atti ad offendere.

Intervenuti in corso Italia, dove era stata segnalata una aggressione, gli agenti hanno trovato la vittima, di origini egiziane, con diverse ferite, appurando che poco prima si era incontrata con un connazionale e che era stata ferita con un coltello a serramanico.

L’aggressore è stato rintracciato nella sua abitazione, nel centro storico, dove sono stati rinvenuti il coltello e gli indumenti sporchi di sangue.

Scoperta maxi frode sui bonus edilizi: quattro arresti e sequestri per oltre 5 milioni di euro a Ragusa

Finanzieri del comando provinciale di Ragusa hanno eseguito  un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di quattro persone e un decreto di sequestro preventivo di oltre 5 milioni di euro. I reati ipotizzati nei confronti degli indagati sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi a danno del bilancio dello Stato in materia di bonus edilizi.
I particolari dell’operazione verranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 11 al Palazzo di Giustizia di Ragusa alla presenza del procuratore.
 
Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore di Ragusa, Francesco Puleio, indagini della Guardia finanza della compagnia di Modica che avrebbero fatto luce su “un complesso meccanismo per il conseguimento indebito di sostegni pubblici alle imprese, sotto forma di crediti d’imposta” realizzato da “quattro indagati legati da un vincolo associativo“. Secondo l’accusa “avrebbero generato un’ingente quantità di indebiti crediti d’imposta riferiti a interventi di recupero edilizio (bonus Facciate, Superbonus110 e bonus Ristrutturazione), a fronte di lavori di ristrutturazione mai avviati o eseguiti solo parzialmente , successivamente ceduti in modo vertiginoso a terzi, così da consentire ai membri del sodalizio di maturare un ingiusto profitto, con pari danno dello Stato”.
 
I vertici dell’associazione, secondo la Procura di Ragusa, sono un commercialista di Modica, ritenuto il principale beneficiario del profitto della truffa, e un ingegnere di Pozzallo che avrebbe certificato la conclusione di lavori ancora in essere. Gli indagati si sarebbero avvalsi inoltre di imprese esecutrici dei lavori compiacenti e in particolare delle aziende di due imprenditori locali, i quali, tramite l’emissione di fatture per operazioni inesistenti nei confronti dei condomini e simulati contratti di subappalto con società “cartiere”, avrebbero consentito ai suddetti professionisti di attestare falsamente la totale esecuzione dei lavori.
 
Oltre ai quattro arresti domiciliari, disposti dal gip, la Procura di Ragusa ha denunciato, a vario titolo, altre 14 persone per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. Il gip, accogliendo la richiesta del pm, ha anche emesso un decreto di sequestro preventivo per oltre 5 milioni di euro di crediti d’imposta nei confronti degli indagati

Appalti truccati, turbativa d’asta e corruzione, chiesti 18 arresti: tra loro Totò Cuffaro

La procura di Palermo ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone – tra cui l’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano – accusate a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione.

«Stamani mi hanno notificato un avviso di garanzia e hanno effettuato perquisizioni nella mia abitazione e in ufficio. Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione». afferma Totò Cuffaro segretario nazionale della Dc.

I carabinieri del Ros hanno notificato a tutti l’invito a comparire davanti al gip per l’interrogatorio preventivo. Solo dopo l’interrogatorio il gip deciderà se accogliere o meno la richiesta di domiciliari avanzata per Cuffaro e per gli altri e se chiedere al Parlamento l’autorizzazione a procedere per Romano.

I Ros dei carabinieri hanno effettuato stamattina perquisizioni nell’ambito delle indsagini, su disposizione della Procura di Palermo, «disposte per evitare la dispersione delle prove a seguito della discovery delle indagini imposta dall’invito a rendere interrogatorio preventivo a seguito della richiesta di applicazione di misura cautelare», si legge in una nota della Procura della Repubblica palermitana.

Ecco i nomi degli indagati: Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello, Paolo Bordonaro, Alessandro Maria Caltagirone, Roberto Colletti, Salvatore Cuffaro, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Carmelo Pace, Vito Raso, Francesco Saverio Romano, Paolo Emilio Russo, Giovanni Giuseppe Tomasino, Alessandro Vetro.