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Niscemi, Incarbone sollecita la Diocesi: “Subito la riapertura dell’Oasi Madonna del Buon Consiglio”

Notizie, Attualità
Ritardi nella gestione del sito religioso..

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Torna al centro del dibattito la questione legata alla gestione e alla riapertura dell’Oasi “Madonna del Buon Consiglio” di Niscemi, comunemente conosciuta come “Stizza”, area di grande valore religioso e sociale situata nel territorio comunale.
Peppe Incarbone, in qualità di presidente dell’associazione “Padre Giuseppe Giugno”, ha inviato una nota ufficiale al Vescovo di Piazza Armerina, chiedendo chiarimenti sui ritardi nella procedura di assegnazione dell’Oasi.

Incarbone ricorda che già nel mese di maggio scorso, durante un incontro alla presenza del Vescovo e del Vicario Mons. Rivoli, erano state definite le modalità operative per procedere al trasferimento e alla successiva gestione della struttura.

Secondo quanto concordato, la Diocesi di Piazza Armerina, proprietaria dell’Oasi, avrebbe dovuto conferire il bene alla Fondazione presieduta da Mons. Rivoli, la quale, a sua volta, avrebbe dovuto concederlo in comodato d’uso gratuito all’associazione “Padre Giuseppe Giugno” per consentirne la gestione e la valorizzazione.

Tuttavia, a distanza di diversi mesi, nessun passo concreto sarebbe stato ancora compiuto. Nella sua comunicazione, Incarbone esprime “sorpresa e disappunto” per l’inerzia riscontrata:

«Non si comprende – scrive Incarbone – per quale ragione Mons. Rivoli non abbia ancora dato seguito alle intese raggiunte, nonostante i numerosi confronti e le promesse fatte. È necessario mantenere la parola data, soprattutto quando si parla di opere che portano il nome di Dio».

Incarbone sottolinea anche l’urgenza di un intervento di pulizia e manutenzione dell’Oasi, oggi in stato di degrado e abbandono, segnalando il rischio di incendi dovuto alla presenza di sterpaglie nell’area.

«La riapertura dell’Oasi – aggiunge Incarbone – avrebbe un grande valore morale e sociale per la comunità niscemese, restituendo alla città un luogo di spiritualità, accoglienza e aggregazione».

Nella parte finale della sua lettera, Incarbone informa che, in assenza di risposte, è pronto a rendere pubblica la vicenda e a trasmettere il carteggio relativo “agli uffici pontifici di Via della Pigna a Roma”, per chiedere un intervento diretto delle autorità ecclesiastiche.

Scritto da: Redazione
31/10/2025
31/10/2025

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