Bracconaggio selvaggio nella piana di Gela, la denuncia delle guardie Wwf
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Stamani a Gela le Guardie venatorie WWF hanno presentato un video-denuncia sul bracconaggio nella Piana di Gela dove la caccia è diventata – secondo il WWF – un vero far west nonostante l’area sia classificata di importanza internazionale per la tutela dell’avifauna. In particolare, nonostante i regimi di protezione che insistono sull’area e gli specifici divieti all’attività venatoria che la Regione ha imposto nella Piana, qui i cacciatori non rispettano tali limitazioni e sfidano la legge con arroganza.
IL VIDEO
Nello scorso 21 settembre – quando, secondo il Calendario venatorio 2025/26, la caccia nella Piana di Gela era assolutamente vietata essendo classificata come IBA (Important Bird and Biodiversity Area) – le Guardie WWF si sono recate nelle campagne costiere per un servizio di vigilanza antibracconaggio, cercano di far rispettare il divieto per tutelare gli uccelli migratori protetti dall’UE. Le immagini registrate in tale occasione dalle Guardie venatorie WWF – brevi ma significative – danno l’esatta idea del far west in un giorno di “silenzio venatorio” :
– a Manfria, pochi minuti dopo l’alba, tra le case di villeggiatura del borgo marinaro vagano tranquillamente, armati di fucile, tre cacciatori; le Guardie WWF intervengono e subito il primo cacciatore si da alla fuga, non prima di aver avvisato gli altri cacciatori che si dileguano. Ne segue un fuggi-fuggi generale di auto “imboscate” tra i campi che viene filmato dalle Guardie;
– in località Desusino, una dozzina di cacciatori con numerosi cani al seguito si trova tranquillamente a caccia di conigli… tra i binari della linea ferrata sul terrapieno che costeggia la strada statale 115, quindi in condizione di gravissimo pericolo per la sicurezza dei trasporti e la pubblica e privata incolumità. Anche in questo caso il video documenta l’arrogante reazione dei cacciatori che, invece di rispettare l’alt delle Guardie, si danno alla rocambolesca fuga attraversando i binari, per raggiungere due furgoni – precedentemente parcheggiati lontano dalle strade, imboscati in un vigneto abbandonato – con cui si dileguano ma in direzioni opposte. Un’astuzia – individuata grazie ai droni utilizzati dagli operatori del WWF – per ostacolare l’eventuale inseguimento e per confondere le Guardie.
In altre occasioni il personale di vigilanza del WWF ha riscontrato la presenza di “vedette” che allertano i cacciatori appena individuano il veicolo delle Guardie; oppure si ha notizia di apposite chat su whatsApp utilizzate per avvisare “in diretta” della presenza dei controllori.
Non si tratta, dunque, di episodi marginali di inosservanza di qualche trascurabile regola sulla disciplina della caccia, ma di fenomeni criminosi, di attività illecite in danno al patrimonio faunistico dello Stato, di pericolo per la sicurezza dei cittadini, di monopolio del territorio in un contesto di diffusa illegalità, dove ruolo e funzioni dei pubblici ufficiali deputati alla vigilanza ambientale ed antibracconaggio sono inefficaci, in quanto percepiti come elementi privi di qualsiasi capacità coercitiva.